Città che da anni volevo vedere, Milano mi ha sempre affascinato moltissimo, per i suoi mille eventi, per i musei e per i nuovi locali che aprono continuamente. Dopo l’ultima Design Week (di cui vi ho parlato in questo ed in quest’altro post) alla quale per mia sfortuna non sono riuscita a partecipare, avevo una gran voglia di visitarla. Così ho comprato un biglietto del treno, ho convinto due mie care amiche e sono partita, complici sicuramente questo lungo ponte e le belle giornate. Quello che ho trovato è stata un’esperienza che è andata ben oltre le mie più rosee aspettative: Milano è una città cosmopolita e multitasking, un ambiente stimolante che affascina per la sua capacità di essere italiana e internazionale allo stesso tempo.
Appena scesi dal treno e usciti dalla bellissima stazione di Milano Centrale, non si può non rimanere colpiti dal Grattacielo Pirelli che svetta sopra tutto e attira subito l’attenzione.
Con l’ora di pranzo che avanzava e il languorino che iniziava a far capolino (i treni AV sono comodissimi ma per non partire all’alba sei comunque costretto ad arrivare ad un’ora un po’ strana) un’idea ottima è stata quella di avvicinarsi al Parco Sempione, per ammirare il Castello Sforzesco e il Palazzo dell’Arte, sede della Triennale, e dirigerci nel quartiere di Chinatown per provare un posto che mi ispirava da un po’ nel quartiere multietnico di Milano che nell’ultimo periodo sta vivendo una fase di grande rinnovamento.
oTTo, Via Paolo Sarpi 10
Aperto pochi anni fa da un gruppo di amici under 40, oTTo è uno spazio accogliente come un salotto in cui leggere una rivista sorseggiando un caffè ma anche pieno di spunti e stimoli nuovi. Ho conosciuto questo locale grazie a Gnam Box, un progetto di due ragazzi milanesi con un sito e un account Instagram bellissimi (che da poco hanno anche pubblicato questa utilissima guida su Milano che ho portato con me).
Noi abbiamo provato il fotografatissimo brunch del weekend: un tagliere (rigorosamente di legno e quadrato) in cui trovano spazio oltre al famoso “quadrotto” di pane integrale con sopra ogni bene di Dio, patate arrosto, frutta, yogurt con miele e mousse al cioccolato e biscotto, acqua e caffè inclusi nel prezzo. Il locale è ampio e luminoso, con grandissime vetrate affacciate su una piazzetta adiacente alla più affollata Via Sarpi. All’interno arredi di recupero, come sedie e tavolini in legno e formica che ricordano quelli delle scuole, poltroncine in pelle e mobili color carta da zucchero, si mixano con un bel pavimento in cemento industriale e un’illuminazione contemporanea e divertente fatta di lampade a sospensione e scritte al neon. Per rendere tutto più green non possono mancare piante dappertutto e una simpatica parete coperta da vasi di rampicanti. Insomma, un posto che se abitassi a Milano sarebbe certamente tra i miei preferiti (e più frequentati!). Se capitate a Milano dovete assolutamente provarlo!
Uscite di lì una capatina veloce alla vicina Fondazione Feltrinelli e un’altra passeggiata al parco prima di dirigerci verso la metro in direzione Largo Isarco, a sud di Milano.
Anche se solo per poche ore non potevamo perderci la nuova sede milanese della Fondazione Prada. Inaugurata nel maggio 2015 e progettata dallo studio di architettura OMA, guidato da Rem Koolhaas, espande il repertorio delle tipologie spaziali in cui l’arte può essere esposta e condivisa con il pubblico. E’ caratterizzata da un’articolata configurazione architettonica che combina edifici preesistenti, gli ambienti della Ex distilleria Società Italiana Spiriti, costruita negli anni ’10 del Novecento e tre nuove costruzioni (Podium, Cinema e Torre in via di completamento). Nel progetto coesistono quindi sia la dimensione della conservazione che quella della creazione di un nuovo spazio architettonico; le due realtà pur rimanendo distinte si fondono in un processo di continua interazione. Simbolo di questo rapporto fra antico e contemporaneo è la Haunted House, un preesistente edificio a quattro piani al centro del complesso che accoglie un’installazione permanente, completamente rimodernato e dipinto d’oro: è diventato così luogo icona dell’intero polo museale.
Vecchio e nuovo, orizzontalità e verticalità, bianco e nero, trasparente e opaco, chiuso e riflettente: un insieme di contrasti e complessità che arricchiscono e definiscono la nuova sede della Fondazione, creata da Miuccia Prada nel 1993 come istituzione dedicata all’arte contemporanea e alla cultura.
Bar Luce, Largo Isarco 2
Dopo essere state abbagliate dai riflessi dorati della Haunted House non potevamo non entrare nell’altrettanto luminoso e celebre Bar Luce. Progettato dal regista Wes Anderson, ricrea l’atmosfera di un tipico caffè della vecchia Milano. A differenza dei film del cineasta americano, composti da un susseguirsi di “quadri” simmetrici, questo luogo, essendo stato pensato per essere vissuto e attraversato dinamicamente, non ha una prospettiva ideale, un’inquadatura privilegiata.
“Credo che sarebbe un ottimo set, ma anche un bellissimo posto per scrivere un film. Ho cercato di dare forma a un luogo in cui mi piacerebbe trascorrere i miei pomeriggi non cinematografici”. Wes Anderson
La struttura metallica esistente è stata mantenuta così da fornire un rinforzo strutturale e permettere di conservare le superfici, quali il soffitto a volta che qui riproduce in “miniatura” la copertura in vetro della Galleria Vittorio Emanuele, uno dei luoghi-simbolo di Milano.
Delle atmosfere tipiche dei capolavori del regista non manca niente: i colori pastello, le finiture in legno impiallacciato, gli arredi vintage come le sedute in ecopelle, i tavoli in formica, la carta da parati e persino il pavimento di graniglia ricordano l’estetica dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, oltre che le ambientazioni di film quali “I Tenembaum” o “Grand Budapest Hotel”.
E’ un luogo magico e surreale, in cui prendere un caffè o sorseggiare un chinotto, mangiare una torta o colorati ghiaccoli (dai gusti particolari come frutto della passione, cocco, mandorla) che trovano posto in un bellissimo freezer color rosa pastello. Io ne sono rimasta totalmente affascinata, da amante del vintage e dei film di Wes Anderson: non potevo non adorarlo!
Il breve tour a Milano non poteva concludersi senza aver fatto una capatina in Piazza Duomo! Immenso e bellissimo!
L’incontro con questa città non poteva essere più piacevole e divertente; sono tornata affascinata dai suoi palazzi e dai suoi locali e con la voglia di tornarci presto, magari per rimanere e iniziare una nuova fase della mia vita!
Arrivederci, Milano ciao!
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