Diventato senza ombra di dubbio un punto di riferimento per la mia pausa pranzo dal lavoro (quando non mi porto la mia schiscetta, di cui vi parlo qui), questo locale dall’atmosfera retrò è un indirizzo che non può mancare nella lista dei migliori bar di Firenze. Dopo il successo del locale “madre” di Via dei Neri, aperto nel 2014, Francesco Sanapo, proprietario e artigiano del caffè, ha deciso di raddoppiare (anzi triplicare, con Ditta alla Compagnia, di cui vi parlerò più avanti) aprendo in Oltrarno, il quartiere più vivo e, ovviamente, “artigiano” della città.
Come da tradizione nella storia della caffetteria, l’interior design è stato affidato allo studio fiorentino Q-bic, dei fratelli Luca e Marco Baldini, già autori del restyling del bar di Via dei Neri e di numerosi altri locali fra cui il bellissimo La Menagére; il leitmotiv del concept ruota tutto attorno agli anni ’50, dato dai colori caldi del legno e del ferro, dall’arredo di modernariato e dalla carta da parati dalla texture geometrica in perfetto stile vintage. Infatti l’edificio che ospita il locale è un’opera dell’architetto Giovanni Michelucci che progettò il palazzo per residenze e negozi nel 1954, su commissione della società Ina, all’interno del più ampio piano di ricostruzione della città del dopoguerra.
Oltrepassate le vetrate di accesso si entra nella sala bar vera e propria dove dietro un lungo bancone trova posto la grande macchina da espresso Marzocco, dal design vintage, e la collezione di miscele di caffè provenienti da tutto il mondo selezionate dal bar man Francesco Masciullo, di recente proclamato “Miglior barista d’Italia” al Sigep di Rimini. Ma non solo caffè: Ditta Artigianale si è sempre distinto nel panorama fiorentino anche per la fornitissima lista di Gin (che io non bevo, ma i comuni mortali si), con una selezione di oltre 150 etichette provenienti da tutto il mondo fra i quali il Gin Vallombrosa dei monaci di Vallombrosa e il “Peter in Florence” signature gin firmato Ditta Artigianale creato nella lab distillery di Pelago (tra le colline fiorentine). Sopra al bancone pendono due grandi lampadari in ferro, dalla forma astratta e filiforme (simili a Wireflow di Vibia) che caratterizzano l’ambiente e si sposano perfettamente con i mobili buffet anni ’50 e il pavimento in marmo, creando un mix interessante tra vintage e contemporaneo.
L’ambiente è grande ma accogliente (circa 220 mq di superficie distribuiti fra piano terra e soppalco), contraddistinto dal grande bancone in legno e ferro che corre lungo le vetrate d’ingresso fungendo da lungo tavolo “social” con sgabelli alti foderati in velluto grigio perla. Delle stesse (50) sfumature di grigio è anche il pavimento a mosaico della zona ristorante, in cui tavoli di recupero in ottone e formica bordeaux si accompagnano con sedie foderate con tessuti pied-de-poule bianchi e neri. Al piano terra non mancano zone più intime dove sorseggiare un fumante caffè sulle poltrone São Paulo (Maison du Monde) in velluto verde smeraldo e giallo che danno un frizzante tocco di colore all’ambiente.
Una scala elicoidale in ferro nero conduce al piano del soppalco dove in un ambiente più riservato potete sorseggiare un thè, mangiare uno dei mille cupcake (con quella goduriosa crema al burro e chissàcosachecreadipendenza di Vanilla Cake) o connettervi con il vostro computer seduti sulle panche a parete rivestite del morbido velluto grigio di cui vi avevo già parlato poco fa.
Fiore all’occhiello del locale (come se non bastasse tutto il resto) è anche il menù del ristorante, sempre aggiornato e in linea con la stagionalità dei prodotti. Troviamo il menù del brunch in cui non possono mancare pancakes, uova strapazzate con bacon, toasts di formaggio e salmone affumicato e i francesi croque madame/monsier declinati in più varianti, dal classico al vegetariano passando per il Tex Mex. Ma non solo: per pranzo non mancano i pici al ragù bianco, i tortelli con tartufo, Caesar Salad e hamburgers con patate arrosto artigianali e salsa harissa, per un gusto più internazionale e ovviamente godurioso. Per la cena il menù si arricchisce con piatti a base di pesce e verdure, come il salmone scottato con insalata di cavolo viola e uvetta, la terrina di acciughe del Mar Cantabrico, l’aringa con mela verde e cipolla o le lasagnette di porri con mandorle tostate. Il bello è che a leggerlo sembra tutto molto buono e radical chic, e in effetti è entrambe le cose, ma soprattutto è molto buono!
Ditta Artigianale Oltrarno è un luogo dalle mille sfaccetture, perfetto per una colazione domenicale o un bruch con le amiche, ma anche per una pausa pomeridiana con la famiglia (bimbi compresi), per un dopo cena con gli amici (anche quelli più caciaroni) o con la dolce metà. Quindi che ci entriate per un buon caffè, per un croccante toast o per un super Negroni, tutto sarà perfetto per accogliervi e rilassarvi (se riuscite ad aprire la porta del bagno al primo colpo vincete anche un caffè gratis. Scherzo).
Non vi resta che provarlo.
Via dello Sprone, 5 r
Firenze
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